Emma Nolde: NUOVOSPAZIOTEMPO

Scritto da il 8 Novembre 2024

Lo scorso 6 novembre, l’Area Pergolesi di Milano è stata il teatro di un’esperienza unica: Emma Nolde ha presentato in anteprima il suo nuovo album, Nuovospaziotempo, in uscita prevista per venerdì 8 novembre 2024 e promette di scuotere il panorama indie italiano. Tra i filari di gente radunata già dal pomeriggio, l’atmosfera pulsava di una vibrazione profonda e di un’inquietudine che pareva volerci rispondere: sì, il “tempo” è nostro, ma ce lo stanno rubando.

Emma si è presentata sul palco con quella scintilla che solo pochi artisti sanno offrire. Brillante, profonda, incredibile. Con la sua voce graffiante, è riuscita a trasportare il pubblico in un altro “spazio-tempo”, come suggerisce il titolo stesso del suo album. Il desiderio, come ha dichiarato l’artista, è di dar vita ad un “disco che non abbia fretta e non soffra della velocità che soffro io”. Un invito a prendersi il proprio tempo, a riscoprire il piacere della lentezza in un mondo che non smette mai di correre.

 

Uno spazio per tutti, ma non per chiunque

Emma Nolde si sta ritagliando uno spazio in quello che potremmo chiamare “l’underground dell’indie”. Chi era lì all’Area Pergolesi, immerso in quell’ambiente quasi onirico, sapeva di assistere a qualcosa di intimo e al contempo di rivoluzionario. C’era anche Mecna, che ha collaborato con Emma nell’album, contribuendo a creare un intreccio di sonorità e parole che arricchisce il progetto musicale.

 

Una narrazione che tocca gli spigoli dell’anima

Emma ha un dono raro: riesce a entrare in contatto con gli angoli più nascosti dell’anima, i suoi testi sono specchi frantumati che riflettono inquietudini e speranze, piccole schegge che, una volta ascoltate, lasciano un segno. In Pianopiano!, Emma canta: “C’è chi vuole salire, arrivare alle stelle / E c’è chi come noi preferisce guardarle / C’è chi vuole salire, arrivare alle stelle / E c’è chi come noi sta per terra a guardarle”.

Nolde è emersa rapidamente sulla scena indie italiana con una forza che la fa distinguere in un mare di voci omogenee. Se il concetto di “indie” ha perso gran parte della sua autenticità, Emma ne sta ridefinendo i contorni, dando voce a una generazione che vuole prendersi il proprio tempo, senza sentirsi colpevole. I suoi versi sono come mani tese che sanno dove andare a toccare, come un abbraccio rassicurante per chiunque si senta oppresso dalla frenesia di questa epoca.

 

Il meglio deve ancora venire

La capacità di fermare il tempo con le parole e la musica è rara, e se il futuro dell’indie italiano dovesse avere un nome, potrebbe essere il suo. In un mondo che corre, Emma Nolde ci insegna a rallentare. E forse, è proprio questo di cui avevamo bisogno.

Luigi Angelo Rossano

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