Bitch Boys Awards a Sanremo 2017
Scritto da BocconiADMIN il 10 Febbraio 2017
Di premi, a Sanremo, ce ne sono tanti, troppi forse. Canzone vincitrice, premio della critica, premio della Sala Stampa Lucio Dalla, premio Lunezia Miglior Testo, premio miglior cover, premio città di Sanremo e potremmo continuare fino a Sanremo 2k18.
E insomma, chi siamo noi per non assegnare dei premi al Festival di Sanremo?
Di seguito, dunque, a voi i primi 10 #BitchBoysAwards, col consueto sottile, proverbiale nonché apprezatiSSIMO sarcasmo.
Canzone più bella (“Nel mezzo di un applauso” non gareggia per manifesta superiorità): Nesli e Alice Paba – Do retta a te. Inspiegabilmente eliminati, tra i loro “tuuu”, i loro schiena contro schiena degni delle migliori TaTu, la vocalità entusiasmante di Nesli, chi se non loro può prendersi questo premio?
Miglior apofonia: Bianca Atzei – Ora esisti solo tu (to): dicesi apofonia l’alternanza della vocale interna di una parola, dovuta a ragioni fonetiche, valida a fini morfologici. Se la Sala Stampa canta a gran voce “Ora esisti solo tooo”, ci sentiamo in dovere di tributare a Bianca Atzei i migliori onori per aver dato nuova vita a un fenomeno fonetico che spesso passa inosservato, tra la polvere dei libri di greco del liceo.
Miglior Fan Club: Comellers, ovvero i fans di Lodovica (“Lodo”) Comello. Abbiamo twittato una nostra foto con lei (scattata al termine della nostra intervista con lei), e ad ora sono 114 retweet e 120 likes. And counting. And counting, amici.
Miglior manager: Pari merito tra M. e N.Z. Non facciamo nomi, per discrezione. M. ha scaldato il nostro cuore, raffreddato dall’austerità dei giorni sanremesi, salutandoci con un suadente “ciao amore”. N.Z., invece, ci ha concesso un’intervista esclusiva dopo averla incontrata per strada, scusandosi addirittura per averci fatto attendere, dal momento che la sua artista aveva un’altra intervista in agenda. A parte gli scherzi, manager di questo tipo fanno del bene ai loro artisti, ai quali ci siamo inevitabilmente affezionati, e sono una nota positiva che merita di essere menzionata e che va davvero apprezzata.
Miglior manager non pervenuto: P.R. Ormai, quando squilla il telefono, è lui a salutarci con “ciao Radio Bocconi!”. Quanto all’intervista dei suoi artisti, ancora niente. Ma va bene così, un buongiorno e una chiacchierata sono sempre accolti a braccia aperte e con un sorriso.
Miglior domanda in conferenza stampa: L’anagramma di Maria De Filippi. Prima conferenza stampa. La domanda, alla De Filippi, consiste nel chiederle di spiegare un anagramma del suo nome. Silenzio generale, confusione, colpi di tosse nervosi. Maria più in difficoltà di quando deve far aprire la busta a gente che non vuol saperne.
Miglior outfit: Lodovica Comello. (In)aspettatamente, la prima serata del Festival appare sul palco una principessa delle fate. Poi canta “Il cielo non mi basta” ed ecco chi era: la Comello.
Miglior intellettuale: Alessio Bernabei.
Miglior RB testo: Bianca Atzei. Firmato Kekko dei Modà, come i migliori capolavori sanremesi. Se capovolto, a strofe alternate, mantenendo soltanto i versi multipli di tre, il senso rimane il medesimo: nullo, drammaticamente nullo..
Miglior canzone Villaggio Valtour: Francesco Gabbani, “Occidentali’s Karma”. Never trust chi vi dice che non si è alzato a ballare con Gabbani e la sua scimmia.
Filippo Colombo