Autore: BocconiADMIN

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Le certezze nella vita sono poche, si contano sulle dita di una mano; elencarle è impresa ardua, se non addirittura impossibile. Tra tutte, però, ce n’è una su cui siamo convinti: dovunque ci troviamo, ad una festa di compleanno in Sicilia o in una biblioteca di New York, durante Sarà Sanremo tutto passa in secondo piano, e ci ritroveremo sempre a intasare le linee telefoniche mandandoci circa 800 messaggi al minuto per commentare ogni singolo accadimento.

Spesso gli artisti, i cantanti, i musicisti non necessitano di presentazioni, molte volte la loro fama e il loro nome li precedono perché magari i loro testi e le loro melodie ci vengono proposte continuamente fino allo sfinimento. Ma ci sono mille altri casi in cui un artista deve essere presentato, raccontato, scoperto prima di essere apprezzato e amato dal pubblico.

Abbiamo assistito all’interessante incontro con la scrittrice Michela Murgia, organizzato dall’associazione letteraria Bocconi D’Inchiostro. La bravura della scrittrice sarda sta nel saper parlare di argomenti complessi, quali ad esempio i rapporti tra le persone, con uno stile diretto e semplice e che lascia spesso spazio all’ironia.

Immaginate un cantante. Non ve ne siete accorti, ma, tra una hit e l’altra, ha fatto costantemente parte della vostra playlist adolescenziale. La canzone di quella estate così tanto lontana nel tempo ma vicina nei ricordi; il brano che vi ha accompagnato nei momenti più spensierati; il pezzo che avete ascoltato in loop per mesi, e poi avete messo da parte; la canzone che non avete mai dimenticato e vi emozionerà ogni volta come la prima.

Ieri sera, 13 novembre l’italia intera è andata a dormire con l’amaro in bocca e con la schiena pugnalata. Il triste epilogo della doppia sfida con la Svezia è un duro colpo da affrontare per ogni italiano consapevole che il prossimo mondiale estivo sarà nel 2026: lontanissimo, nella testa di chi scrive. Cento anni e un giorno dopo la disfatta di Caporetto, sarebbe semplicistico dare la colpa al Cadorna di turno, a Ventura.

La settimana del JazzMi non poteva aprirsi in modo migliore. Il 6 Novembre al Teatro La Triennale, in pieno Parco Sempione, è stato il turno di salire sul palco di uno dei fiori all’occhiello del cartellone della rassegna jazz milanese di quest’anno. Nels Cline, con il suo “Lovers”, ha incantato per quasi due ore.

Ieri, 5 novembre, il Pirelli Hangar Bicocca si è trasformato per un paio d’ore in un luogo sacro, a tratti mistico. Chi ha avuto il privilegio di essere presente all’esibizione di Paolo Fresu, Daniele Di Bonaventura e l’Orchestra da camera di Perugia ha potuto di ascoltare, meditare, forse pregare sulle note del Laudario di Cortona.

La musica è un viaggio nel tempo, nello spazio, nelle persone, nella vita. La musica spesso prende sotto braccio la fantasia, lascia per un attimo da parte la realtà e ci porta con sé lungo una strada fatta di cinque righe parallele e infiniti sassolini neri che indicano la retta via. 

Cosa può accadere a bordo di una Chevrolet V8 del 1972 che si aggira per la City con una decina di dischi di Frank Sinatra al suo interno? Se in quella vettura si trova un artista dall’anima soul, la pelle scura e una voce penetrante, non può che nascere un capolavoro. “Under my skin”, il nuovo album di Benjamin Duterde, in arte Ben l’Oncle Soul.

Siamo più carichi che mai per l’inizio di questo nuovo anno radiofonico pieno di sorprese! Lunedì 11 settembre ricominceranno le trasmissioni: dal lunedì al venerdì 24 ore su ventiquattro. E voi siete carichi? 


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